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SCRITTI - TESI DI LAUREA

“VILLA SAN SEBASTIANO 1931”

(Storia di un piccolo scisma)

  • Estratto da: UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI ROMA FACOLTA' DI FILOSOFIA - TESI DI LAUREA

    "ASPETTI E PROBLE MI DELLA DUALITA' RELIGIOSA A VILLA SAN SEBASTIANO"
  • Relatore:Chiarissimo Prof. A.M. Cirese
    Correlatore:Chiarissimo Prof. D. Carpitella
    Candidato:Marco Piacente - Matr. K09690 - Anno Accademico 1975/1976

  • I FATTI
  • Nel mese di novembre dell'anno 1931 sulla facciata della chiesa cattolica di Villa San Sebastiano, un paesino appartenente al Comune di Tagliacozzo, nella Marsica, che oggi non conta più di seicento persone, ma che allora ne contava circa il triplo, apparve il seguente manifesto firmato dal parroco Alfonso Tabacco:

    "Sabato alle 8,30 si darà principio alla Sacra Missione diretta dai RR. PP. Giuseppe Golia, Vittorio Genovesi, padre D'Amato, Giuseppe Gori della Compagnia di Gesù. Cittadini di Villa accorrete numerosi e costanti alla parola di Dio per riformare la vostra vita secondo i veri principi cristiani, e per confermarvi nella fede, per onorare questa stessa fede con opere sante.
    Il mio invito è rivolto a tutti i cittadini di Villa perché tutti mi appartengono per il battesimo perché hanno ricevuto poi la Chiesa Cristiana. Un'esotica setta venuta in Marzo a noi vuole strapparvi a questa che è l'unica chiesa fondata da Cristo, spargendo dottrine in aperta opposizione con il Vangelo e le patrie tradizioni.

    Cittadini di Villa:
    venite ad ascoltare i missionari e comprenderete quanto sono futili e calunniose le difficoltà apportate alla nostra fede. E non tollerate allora che si oltraggi impunemente quella religione che come è l'unica religione di Cristo è l'unica religione dello Stato e dell'Italia essendo secondo lo Statuto del Regno gli altri falsi culti semplicemente tollerati.
    Non oltraggiate la memoria dei nostri padri ripudiando quella fede che essi professarono e vi insegnarono. Non tramandate ai vostri figli un nome obbrobrioso e rinnegato. Per la salvezza delle vostre anime, per carità di Patria, state sempre saldi nella fede perché l'Italia è sempre quale la vollero i nostri grandi.
    Una d’armi, di lingua, di altare, di memorie, di sangue di coraggiosi".

    Intorno ai "falsi culti" possiamo leggere altrove:
    "Quanto alle altre religioni... si domanderà che... non sia loro consentito di diffondere false dottrine." 4) Tolleranza a parte, quello che ci colpisce è la perentorietà dell'idea che qualsiasi religione, all'infuori della cattolica, sia falsa. Presso la stessa Curia di Avezzano mi sono sentito dire dall'attuale Vescovo che, a suo tempo, si fecero molti sforzi nei confronti della minoranza protestante di Villa S.S. non per ricondurla semplicemente al cattolicesimo, ma per distoglierla dall'errore (Settembre 1976).
    Ciò detto, se vogliamo capire il perché di questo manifesto e in particolare il motivo per cui don Alfonso sentisse la necessità di far apparire la "esotica setta" (protestante) in opposizione al Vangelo e alle patrie tradizioni, bisognerà fare un passo indietro.
    La storia che sta per seguire è stata ricostruita sulla base di vari documenti reperiti nell'Archivio della Chiesa Metodista di via Firenze (A.F.), nell'archivio della Curia vescovile di Avezzano (C.A.), nell'archivio della Chiesa Evangelica di Villa S.S. (A.V.) e nella Pretura di Tagliacozzo (P.T.).
    Il 14 aprile 1927 moriva don Giuseppe D'Andrea lasciando vacante la parrocchia di Villa S.S. e la popolazione, a detta dell'allora vescovo di Avezzano mons. Pio M. Bagnoli "un po' sui generis, esigente ed altera" 5), per circa un biennio lamentò la mancanza di un nuovo Parroco. In realtà dalla Curia ne fu mandato qualcuno tra cui Giuseppe Bucceri di Corcumello, poi un Padre dei Minori del vicino santuario dell'Oriente, poi il sacerdote Barile, subito allontanato perché beone, quindi un certo Capace; ma nessuno di essi fu bene accolto, anzi a quest'ultimo fu eretto addirittura un "monumento" di neve con un'iscrizione stercoraria dal significato piuttosto esplicito: "Villa a Capace".
    Il 9/2/1929 una suora di nome Anna si reca da mons. Bagnoli con una lettera in cui padre Bernardino Mastroianni, ex redentorista, fondatore dell'ordine "Missionarie della Montagna" (cui Anna appunto apparteneva), chiede di essere accolto nella Diocesi di Avezzano per poter stare più vicino alle sue suore che aveva dato ai due asili di Collelongo e Villavallelonga.
    Il Vescovo, ignaro delle conseguenze, non solo accoglie padre Bernardino ma, appena un mese dopo, gli affida la parrocchia di Villa S.S.

    "Senza alcuna bolla però, solo per assolvere il servizio... e il Bucceri, Economo Spirituale, lo avrebbe retribuito" 5)
    La popolazione intuisce subito che quell'uomo è diverso dai suoi predecessori: "Vedo che ha una buona faccia... sono certo che ci vorrà bene e farà bene". Infatti il mercoledì santo "la gente è venuta e ha riempito tutta la chiesa" 6).

    Così padre Bernardino descrive l'inizio dell'attività:
    “Ho benedetto tutte le case e da tutti ho ricevuto accoglienza, grano, fagioli e vino... Domenica ho ricostruito l'"Associazione della Pietà" per le donne cattoliche... in chiesa i chierichetti vengono al catechismo che fo con belle proiezioni... gli uomini la domenica mattina hanno ripreso la lettura della meditazione... la giovane Maria Pinori, una vera "missionaria della Montagna" in abito civile, mi ha aiutato a rimettere in piedi la gioventù femminile, una vivace e numerosa associazione.” 6)
    E' necessario precisare che in quel periodo a Villa S.S. la stragrande maggioranza della popolazione era poverissima: molto spesso famiglie quasi sempre numerose dividevano la loro "casa" con gli animali (se ne avevano) e per vivere lavoravano la terra altrui, appartenente cioè o alla Chiesa o alle pochissime famiglie che ne avevano di propria.

    A parte il maestro, il medico e un paio di commercianti, il lavoro comune a tutti, accompagnato talvolta da una seconda attività (fabbro, barbiere, ciabattino...) era quello dell'agricoltura. Agricoltura praticata con mezzi inadeguati e criteri irrazionali che, raccontati oggi, suscitano indignazione: basti citare il caso di un uomo soprannominato "Jo vove" (il bue) che di giorno andava a lavorare la terra altrui per guadagnare qualcosa e di notte la propria.
    Il quadro completo della popolazione però si potrebbe anche considerare in un certo senso duplice: da una parte quelli che non avevano letteralmente nulla, cioè quasi tutti; dall'altra quelli che qualcosa avevano e che proprio per questo credevano di costituire un gruppo socialmente più elevato.
    Eppure il seguente episodio fu proprio una conseguenza di questa presunta diversità: durante la proiezione di alcune diapositive, fatta da padre Bernardino nella piazza principale del paese, una ragazza appartenente alla succitata "Associazione", ma anche a questo parentado "importante" di Villa, approfittando della oscurità si fece toccare da alcuni giovanotti. Il giorno successivo fu messa in giro una satira che ricordava il fatto.
    Padre Bernardino decise l'espulsione della ragazza poiché questa era la norma; ma i suoi parenti, risentiti per il fatto che il sacerdote non le avesse voluto riservare un trattamento a parte, si opposero.
    Sobillati per di più, a detta dello stesso padre Bernardino, 7) probabilmente dal maestro Filippo Conti che, in quanto nipote del defunto D'Andrea, aveva tenuto fino ad allora le redini dell'amministrazione della parrocchia, cominciarono a far sentire le loro lamentele presso il Vescovo.

    La reazione non si fece attendere. Come lo stesso Bagnoli ricorda:
    "Passò del tempo senza che io avessi motivo di fare alcun richiamo; ma poi piano piano cominciai a comprendere la poca testa del Mastroianni. Venni a conoscere che andava di notte tempo a trovare le suore, che dormiva nelle baracche stesse delle suore. Una volta si ammalò di polmonite e vi fu curato non accettando l'ospitalità del parroco. In Villa S.S. cominciò ad agire liberamente come se fosse stato non solo parroco, ma padrone del beneficio, permettendo che fosse aperta una via sul terreno della chiesa e che vi fossero fabbricate delle casette...
    Dopo, sempre in prosieguo di tempo, venni a conoscere le stranezze che commetteva anche nella celebrazione delle funzioni, che prolungava per delle ore. Improvvisamente indiceva funzioni che faceva cessare la sera verso le dieci di notte. Compiva processioni con il Santissimo Sacramento, fermandosi a benedire le porte dei suoi benefattori, e tutto questo di suo arbitrio, senza permesso.
    Sapeva suonare l'armonium, adunava spesso le giovani di Azione Cattolica, insegnando loro a cantare, facendo erigere un palco apposito per dette cantanti; avendo esse le gonne non lunghe servivano di divertimento ai giovani che stavano sotto.
    Osò binare a suo piacere nei giorni feriali!...
    Frattanto si era messo d'accordo con il Podestà di Tagliacozzo, Domenico Amicucci, e col medico locale, Amerigo Conti (fratello del maestro), di aprire l'asilo in Villa portandovi le sue suore. La popolazione, naturalmente, si accendeva sempre più di fanatismo...
    arrivate le cose a questo punto, lo chiamai e con buoni modi gli dissi che lo ritiravo da Villa". 5)

    Bisogna dire che a Villa S.S. già allora qualcuno simpatizzava per il protestantesimo: Luigi ed Emilio Gargano, emigrati in America tempo addietro, erano poi tornati diffondendo questa nuova fede in ambito familiare. Clotilde, sorella di Emilio, fu espulsa dal gruppo di ragazze che recitavano il Rosario perché trovata in possesso di una Bibbia, la cui lettura, a quei tempi, era vietata dall'Autorità ecclesiastica. E non solo. Infatti in quel periodo ci fu un vero e proprio bersagliamento anche da parte del regime fascista contro la stessa Società Biblica Britannica e Forestiera (la massima istituzione internazionale per la stampa e la diffusione della Bibbia).
    Ma questo particolare risulta del tutto irrilevante se si pensa all'incredibile soluzione che i villesi presero allorché furono certi del definitivo allontanamento di P. Bernardino. Leggiamo ancora:

    "... La mattina appresso con la prima posta mi arrivarono circa trenta lettere (buste) da Villa S.S. e una di queste ne conteneva tante che portava £ 7,50 di francobolli! Tutte queste lettere avevano un solo tono: Mastroianni è un santo: o lui o nessuno; o lui o Bisesti (questi è un ex cappuccino ministro protestante vecchissimo che si trova in diocesi senza nuocere affatto dapprima che io entrassi nel governo dei Marsi" 5)
    Evidentemente però il Vescovo sottovalutò la serietà di tale minaccia, infatti rimase intransigente nei confronti del Mastroianni, e fino alla fine dell'anno (1930) non fece altro che inviare nuovi predicatori che venivano però regolarmente male accolti dalla popolazione di Villa, tanto che il loro ingresso in paese era sempre tutelato da un drappello di carabinieri.
    Per di più ormai il passo era stato fatto: Vittorio Rossi, il ciabattino del luogo, aveva scritto una lettera controfirmata da centinaia di altri villesi che in origine avrebbe dovuto essere recapitata presso il succitato Bisesti, ma che in realtà andò poi a finire (per motivi non del tutto chiari) a Roma presso la Chiesa Metodista, con cui si richiedeva appunto l'invio di qualche predicatore protestante a Villa. E così "... il popolo nella sua quasi totalità seguitò ad insistere nella sua ribellione. E infatti i pastori (protestanti) entravano a Villa S.S. il 1° gennaio 1931 accolti come poteva accoglierli una popolazione fanatica ed ubriaca" come ci informa Alfonso Tabacco, parroco della comunità dal 21/1/1931 al 22/10/1932. Leggiamo altrove:
    "Sappiamo che il 1° Gennaio 1931 Emanuele Sbaffi celebrò il suo primo culto evangelico in un prato vicino a quello su cui sorge oggi il tempio metodista; i membri anziani della comunità ricordano, notevolmente commossi, che in quella occasione più di ottocento persone ascoltarono il messaggio genuinamente cristiano predicato dallo Sbaffi. Sembrava che tutto il paese volesse convertirsi." 8) Nonostante ciò il Vescovo continuò a sottovalutare le proporzioni e il peso del fenomeno:
    "Sicuro che sarebbero stati sufficienti i suoi appelli al Prefetto dell'Aquila ed alla Segreteria di Stato per ridurre alla ragione e all'ordine la "disubbidiente popolazione"... e confidava nella "tradizionale capacità di rassegnazione delle masse contadine" 8)
    Infatti in breve tempo buona parte dei villesi (per una serie di motivi che vedremo in seguito) ritornò alla Chiesa Cattolica e il primo pastore ufficiale, Dante Seta, commentava con i suoi fedeli: "Non preoccupatevi di chi torna indietro: essi sono come la pula che il vento porta via; ma il grano rimane".
    Restò così un numero relativamente saldo di appena trecento anime; epperò appena si venne a sapere che una delegazione di neo- evangelici si era rivolta al notaio di Tagliacozzo, per acquistare un terreno dove erigere il tempio, sull’"Osservatore Romano", che in seguito avrebbe pubblicato per un lungo periodo una rubrica dedicata alla comunità di Villa S.S. intitolata: "Nella nona bolgia" (dove Dante destina i seminatori di discordie), apparve in nota il seguente commento dell'anonimo articolista:
    "Che le cose giunte a questo punto possano portare a più gravi conseguenze tra la popolazione eccitata è evidente. Sappiamo che le competenti autorità sono informate e certo si provvederà per rispetto alla Religione di Stato e per l'ordine pubblico..." 9)

    E così lo stesso mons. Bagnoli dette inizio a una dura lotta che si protrasse per un decennio.
    Il terreno per la costruzione del tempio, per la quale furono raccolte quattrocento firme di cui il Vescovo chiese immediatamente l'autenticazione, fu ceduto dal suocero di Emilio Gargano, protestante convinto, e non da un "gonzo bisognoso di soldi" come si può leggere nei documenti conservati presso la Curia di Avezzano. Il Genio Civile, dal canto suo, respinse il progetto non ritenendolo corrispondente alle disposizioni previste dalla legge antisismica. Ma fu tutto inutile: già nel mese di giugno i protestanti cominciarono a scavare le fondamenta della loro chiesa (ultimata nel gennaio del 1932) protetti a quanto sembra, dal Podestà di Tagliacozzo Domenico Amicucci, che da allora in poi sarebbe divenuto il bersaglio favorito del Vescovo nella sua fitta corrispondenza con Prefetti, Cardinali, Ministri ecc.
    Si entrò così nella seconda fase della lotta, rivolta ora ad impedirne l'apertura; e questa volta i cattolici ebbero la meglio: "Poiché il movimento evangelico non dà alcuna garanzia di continuità e di coesione il Ministro di Giustizia e degli Affari di Culto sul conforme parere di quello dell'Interno e dell'Onorevole Presidenza del Consiglio, ha negato la chiesta autorizzazione..." 10)

    Inutile ora ripercorrere minuziosamente tutte le tappe del lungo braccio di ferro tra le due parti e raccontare gli episodi che si verificarono in merito alla questione; l'unica cosa degna di nota è la contraddittorietà del Vescovo che, mentre da un lato voleva mettere in evidenza l'assoluta precarietà del movimento, "...i veri aderenti ai protestanti sono pochissimi, gli altri sono tenuti fermi aderenti per imprestiti di denaro ricevuto dal ministro Seta" 11)

    dall'altro era preoccupatissimo per l'apertura del tempio; infatti fece di tutto per impedirla adducendo spesso il pretesto del pericolo persistente di gravi disordini. (Questo del disordine, come si può facilmente intuire, considerando il periodo politico che l'Italia stava attraversando, era un tema ricorrente e di sicura efficacia). Inoltre "...si potrà pure fare rilevare l'insulto al Santo Padre che a Villa S.S. ha fatto fabbricare l'asilo e la casa parrocchiale; e il pericolo infine che lo scandalo si propaghi in tutta la Marsica" 12) secondo quanto ebbe a scrivere padre V. Genovesi, gesuita di cui tra poco parleremo.
    E qui per dovere di cronaca vorremmo far notare che questo asilo, commissionato addirittura dal Papa nel minuscolo paesino di Villa S.S., era considerato allora come uno dei più grandi e belli di Europa. Possiamo concludere definitivamente questo aspetto della vicenda leggendo ancora:
    "Soltanto il 21/11/1943 gli evangelici videro realizzato il loro sogno: il tempio fu aperto per ordine dei nazisti(!) che ne avevano occupato lo scantinato e la libertà religiosa - sembra inverosimile - arrivò con loro". 8)
    Ma torniamo agli eventi interni. Come preannunciato da don A. Tabacco, nel manifesto trascritto all'inizio del capitolo, il 14/11/1931 arrivarono a Villa S.S., inviati dal Vaticano, quattro Padri Gesuiti per una missione di dieci giorni.
    I loro nomi erano: D'Amato, Genovesi, Golia e Gori.
    Agli articoli dell'Osservatore Romano e alla campagna dello stesso Vescovo che avevano il comune scopo di far apparire alle autorità fasciste i protestanti come sobillatori e nemici dell’ordine, si aggiungeva ora dunque anche l’abilità oratoria dei quattro gesuiti le cui "imprese", a dire la verità, lasciarono e lasciano un po’ perplessi: una volta riunendo i soli uomini in piazza arrivarono a dire: "Si aggira in questo paese un’ombra che deve essere sconfitta... anche con il sangue".
    Dietro condono di un debito ribattezzarono due bambini; costrinsero una donna ad abiurare; pretesero di confessare in punto di morte la madre di Vittorio Rossi; e finalmente, dulcis in fundo, consigliarono alle cattoliche ammogliate con un neo convertito di legarsi le gambe durante la notte per non prestarsi al rapporto sessuale. 13)

    Animato dallo stesso spirito di carità cristiana mons. Pio Bagnoli contemporaneamente scriveva ad un Cardinale: "Aggiungo Eminenza Reverendissima che da vari giorni ho scritto ai reverendi parroci di Villa, di Corcumello e di Scurcola Marsicana perché essendo ora il tempo in cui si rinnovano i fitti dei terreni parrocchiali, tolgano i detti terreni a tutti coloro che aderiscono ai protestanti". 14)
    Anche il Parroco, nel suo piccolo, si diede da fare: indusse un gruppo di cattolici villesi a sottoscrivere un esposto al Tenente dei carabinieri di Tagliacozzo in cui si lamentava l'abitudine di alcuni protestanti di riunirsi in una casa "per ubriacarsi e cantare a squarciagola provocatori inni evangelici al termine dei quali era divenuto rituale il vilipendio della religione di Stato... e per esasperare la tranquilla popolazione cattolica a cui i "lupi rapaci" si divertivano a sparare a vuoto nel cuore della notte..." 15)
    Naturalmente furono svolte delle indagini minuziose che però smentirono il tutto. Anche l'Osservatore Romano dovette interrompere la sua campagna.
    Nell'ottobre delle stesso anno (1932) si giocò una carta ben più grave: il pastore Dante Seta venne accusato per propaganda anti-patriottica basandosi su una frase da lui pronunciata durante una predicazione.
    Andiamo avanti. Il 15 ottobre 1932 tre protestanti siedono in piazza con le spalle voltate alla processione che sta passando. Uno di essi rimane con il berretto in testa e fuma. I tre vengono aggrediti e riescono a scappare; sopraggiunta la sera, a Villa S.S. si crea un clima da guerra civile: ingiurie, percosse, violazione di domicili (a danno dei protestanti) ecc.
    Il tutto porterà ad un grande processo le cui sorti saranno decise dall'intervento personale del Vescovo nel modo che possiamo immaginare, e cioè facendo assolvere tutti gli imputati cattolici. 16)
    Di processi in quel periodo se ne celebrarono molti e le sentenze furono quasi tutte a senso unico: si risolse in una bolla di sapone quello contro Bartolomeo Gargano che aveva scritto: "Dante Seta porco impostore" su un cartello appeso al collo di un altro pupazzo di neve (doveva essere una mania questa dei pupazzi) e si concluse in maniera quasi comica quello contro Filippo Conti, accusato di aver scritto una satira intitolata "L’Immondezzaio", piena di insulti contro i protestanti. Leggiamo la fine della sentenza:
    "...altrettanto ha fatto il legislatore prevedendo come reato solo l’offesa alla religione di Stato. Poiché quindi nella fattispecie l'offesa è diretta alla religione evangelica devesi mandare assolto il Conti perché il fatto non costituisce reato." 17)
    Visto il livello letterario dell’"Immondezzaio" (allegato in appendice) potrebbe venire qualche sospetto circa l’autore di una poesia che una bambina di otto anni, unica rimasta cattolica in famiglia (questa la tesi sostenuta da mons. Bagnoli) 5), recitò appunto in occasione della visita pastorale del Vescovo alla fine del 1932 a Villa S.S.

    Ci sono due quartine in particolare che meritano di essere riportate:

    "Ed assieme ai genitori
    segue ancor gli infami errori
    mia sorella a me maggiore
    ma per mente mi è minore

    son cattolica romana
    né giammai sarò insana
    da lasciare Iddio e i santi
    per seguire i protestanti"

    Approfittare di una bambina per la salvaguardia di certi interessi non stupisce più di tanto. Un altro ottimo metodo lo troviamo nell’ambito della sessualità: abbiamo visto quale fu il primo pretesto addotto dal Vescovo per allontanare padre Bernardino; abbiamo visto quale fosse il consiglio più consistente dato dai gesuiti alle donne di Villa; nello stesso "Immondezzaio" possiamo leggere:

    "Le femmine che nutron male voglie
    i giovanotti discoli e sfacciati
    rotti a tutti i peccati"

    Si sa che questo è un campo fertilissimo; un grande motivo di scandalo era per esempio che i protestanti facessero interpretare alle ragazze i ruoli femminili nelle loro recite teatrali. O ancora "Come può il Pastore" dicevano i gesuiti "predicare parole sante se la notte ha dormito assieme a sua moglie?"

    Qualche tempo dopo Giovanni Bellarini, nuovo parroco di Villa S.S., nel luglio del 1934 mise al corrente il Vescovo del "grave caso di immoralità scoperto il giorno 15/6/c.a. fra gli aderenti alla setta protestante wesleyana che da più di tre anni va corrompendo questa popolazione semplice, primitiva e fino a ieri moralissima..." 18)

    Vediamo di che si tratta. Dei ragazzi rubano dal fiume un recipiente pieno di lupini lasciati a bagno durante la notte dalla proprietaria secondo un consueto procedimento; non riescono a finire di mangiarli e così nascondono i rimanenti in un campo circostante. Dopo alcuni mesi, nel periodo della falciatura dell'erba, un uomo rinviene un recipiente con il contenuto andato in putrefazione: nella fervida immaginazione del Parroco e dei suoi fedeli quei miseri lupini assurgono alla dignità di feto umano.
    Detto fatto: le protestanti Silimea De Angelis e Rosa Piacente vengono processate e condannate al carcere, la prima per aborto e la seconda per procurato aborto.

    Peraltro la situazione generale in seguito peggiorò sempre più:
    "... Quali pastori ebbe Villa dal 1935 alla fine del 1936! Un Salvatore Scivales che si occupò esclusivamente e per motivi personali di offrire alla Chiesa una pace sociale ottenuta grazie a forza e aderenze politiche; un Carlo Zardi sempre preoccupato del proprio avvenire economico il quale, dopo aver riproposto alla comunità, con i suoi sermoni cattolicissimi, il vecchio modello religioso dogmatico e metafisico, le inferse un colpo mortale abiurando nello stesso paese che lo aveva visto pastore." 8)

    Una ventata di risveglio si ebbe allorché Francesco Cacciapuoti assunse la guida dell’ormai frastornata comunità. Questo in breve il suo operato:
    "Convocò ogni mese i consigli di chiesa... dette nuovo impulso alla scuola domenicale... coadiuvato dalle giovani evangeliche, costituì l'associazione di cucito "Tabita"... organizzò i giovani che cominciarono a riunirsi settimanalmente per discutere di problemi religiosi e morali." 8)
    E’ lui il Pastore che per primo dette ai più piccoli l’opportunità di giocare liberamente, e osservandone l'entusiasmo ebbe una volta a dire "come si vede che questi bambini non hanno mai giocato!"; è lui il Pastore con cui si cominciarono a fare le prime memorabili gite, ragazzi e ragazze tutti assieme.
    Intorno all'inizio degli anni quaranta fu poi mandato al confino, per propaganda anti patriottica, grazie al segretario politico di Villa S.S., Ulisse Bonifaci, e al sottosegretario Gervaso Valente.

  • INTERVISTE
  • Si passa ora alle testimonianze orali precisando che:
    a) Le interviste sono state fatte tutte nel dicembre 1976. L'età minima degli intervistati è di 55 anni; ciò significa che tutti, in un modo o nell'altro, si sono trovati a vivere in prima persona gli avvenimenti di cui danno testimonianza.
    b) Più che di interviste si è trattato quasi sempre di chiacchierate franche e confidenziali, dato che io stesso sono originario di Villa S.S. e conosco tutti bene.
    c) L'apparente tendenziosità con cui sono state fatte certe domande ai cattolici deriva unicamente dalla divergenza fra alcune loro convinzioni e la realtà degli avvenimenti, documentati per la maggior parte presso la Curia di Avezzano.
    d) Le interviste sono state fatte senza preavviso e trascritte in modo fedele: gli stessi puntini di sospensione stanno ad indicare reali stati di imbarazzo da parte del soggetto.
    e) Si è preferito non fare qualche nome di persone tuttora viventi unicamente per motivi di delicatezza.

    LUCIANO VALENTE(81 anni – contadino - vive a Villa S.S. – protestante -)

    - Quando eri giovane come si viveva a Villa?
    - Terra e casa, casa e terra. Il giorno a vangare e la sera, chi sì e chi no, usciva per piazza o se ne andava a dormire alla riazzòla (pagliaio)

    - Quanto si lavorava?
    - Dalla mattina alla sera...non si guardavano le ore, si seguiva il sole...quando era tempo buono

    - Quando sono venuti i primi trattori?
    - Eh! I primi trattori so' venuti ieri!...nel '52

    - In quei tempi c'erano differenze tra le famiglie di Villa?
    - Tutte uguali! Ci stava chi non aveva nemmeno da mangiarsi le patate, senza sale né niente. Non si mangiava da nessuna parte. Le sagne si facevano ogni festa di banda, la carne non si conosceva. La miseria era tanta: scalzi, nudi, non esistevano cappotti, maglie, non esisteva niente...a Natale era tutto finito: patate, fagioli, farina.
    C'era uno che lo chiamavano "Paone" che per quanto era povero s'andava a raccogliere la 'mpana (mistura di acqua e crusca che serviva ad ammorbidire la tela) che si metteva ai telai per mangiarsela...
    Un altro, "Boio", sapeva dove si faceva la polenta, per esempio a casa di mio padre, e una mattina ogni tanto veniva e tossiva sotto la finestra per farsi sentire...e loro coscienziosamente gli davano un piatto di polenta...lui aveva bisogno: era un giovanottone, un lavoratore...

    - Anche tu eri un grosso lavoratore
    - Io vangavo trenta coppe durante l'Inverno (18.000 mq)... prima si doveva spalare la neve, poi si vangava e la vanga non entrava a quella terra tosta.

    - E le case?
    - Le case?! Tutti ci avevano qualche tugurio malandato e non era neanche il suo...io ci ho avuto le galline dentro casa: le galline da una parte, io dall'altra.

    - Racconta il tuo matrimonio con Clotilde
    - L'usanza del paese era che si portava la 'mmutina (involucro di panno legato ai quattro capi) con la roba che si faceva di casa: ciambelle, confetti, più la gallina. S'andava la sera dal prete e ci si portava questa roba e ci si doveva confessare per il giorno appresso.
    Però col prete ci ha parlato Emilio (suo cognato) e gli ha detto che non l'intendeva (che non aveva intenzione di farlo), così né abbiamo portato la roba né ci siamo confessati.
    Il giorno appresso si è fatto il matrimonio regolarmente, zitto tu e zitto io, e il prete ha detto: "una volta che è così, zitti, e non dite niente a nessuno"

    - Che ti ricordi di D'Andrea?
    - Era un prete attaccato ai soldi, avaro...faceva sempre messe speciali a pagamento

    - Perché le famiglie più benestanti hanno fatto mandare via padre Bernardino?
    - Perché non era del parere loro...se ne andava a predicare nei paesi, perché era un bravo oratore, ma non si faceva dare i soldi: si faceva pagare con le mele, con le castagne per riportarle ai bambini. Invece loro dicevano: "Deve riportare i soldi e li deve rimettere per la chiesa".
    E questi tali erano invidiosi: pure quando si faceva la biancheria per gli altari non lo facevano fare a una poveraccia che aveva bisogno, lo facevano loro.
    Fatto sta che l'hanno fatto cacciare. Di notte è dovuto scappare, di notte!

    - Tu che hai fatto quando sono arrivati i protestanti?
    - Io me ne andavo a vangare, non sapevo che farmene...ma alle prime prediche c'era un afflusso di gente che dovunque s'andava non ci si stava per quanto erano tanti. I primi culti si facevano ai magazzini di Irene e de "la Legge". E quando predicavano tutti dicevano che quelli erano i santi, non erano gli uomini...perché parlavano tanto bene dell'Evangelo.

    - Nella chiesa cattolica non vi parlavano dell'Evangelo? - E chi lo capiva? Sempre in latino...non te lo spiegavano e non te lo dicevano se era di Giovanni, se era di Matteo...

    - Tu perché sei diventato protestante?
    - Perché dicevano più verità e quello che dicevano si capiva

    - E che cosa è cambiato nella tua vita?
    - E' cambiato che se oggi voglio credere a Dio lo so in che modo si crede...questi protestanti hanno provato a fare l'asilo, a imparare tante cose alla gioventù, tante cose...

    - In un documento si afferma che il terreno per la costruzione del tempio è stato ceduto da un "gonzo" bisognoso di soldi
    - Ma se glie lo ha dato mio padre! Era nostra la terra e Emilio ha insistito per dargliela

    - Che differenza c'è fra te e un ottantenne cattolico?
    - Il giusto può stare dappertutto: di non avere la roba degli altri, di non rubare, di non falsificare...

    Abbiamo voluto esordire con questa testimonianza soprattutto per far capire quali fossero le condizioni di vita a Villa S.S. in quei tempi.

    Passiamo ora alla moglie di Luciano.

    CLOTILDE GARGANO(85 anni – contadina - vive a Villa S.S. – protestante )


    - Come avete conosciuto la Bibbia a Villa?
    - L'abbiamo conosciuta quando è ritornato mio fratello Emilio e Consiglia (sorella) che l'hanno riportata dall'America, e poi l'avevano lasciata a casa e dice che l'avevo letta...veniva la comare Maria Domenica che mi si era battezzata a me che veniva a fare le iniezioni a mamma. Io non l'avevo letta (la Bibbia) e invece lei disse :"Tu ti devi levare, non devi venire più alla Corona! (alla recitazione del Rosario)". Come mai dissi io?... io non ho fatto niente. Perché se facevi qualche cosa con qualche giovanotto...capito? Perché quando si stava alla Corona Dio ne liberi quello che era!
    Niente "la prendiamo per il braccio e la cacciamo fuori!". Dagli a piangere io. Madonna chi sa che ho fatto...e insomma mi levarono.
    Ci stava Emilio, dice: "Perché stai a fare così? Ma che ti pagano?" dico "a me non mi pagano ma io non mi ci voglio levare"

    - Tutto questo prima che venissero i protestanti?
    - Prima, ma già sapevamo che Emilio era protestante

    - Veramente leggevate insieme la Bibbia?
    - No, a noi ce lo diceva solamente. Ci diceva che era la Messa, ce lo scrivevano pure dall'America...e poi diceva Consiglia: "Quando vedi che hanno spiegato il Vangelo te ne puoi pure riuscire"...dice che quell'altro non era vero niente.

    - Ma insomma il prete che ha detto di preciso sulla Bibbia?
    - Ha detto che mi dovevo levare perché io l'avevo già letta

    - Ma la Bibbia è un libro anche cattolico. Perché non volevano che tu ce la avessi in casa?
    - Perché dice che era contraria alla religione loro.

    Clotilde ci conferma dunque che la lettura privata della Bibbia, in quel periodo, era proibita.

    STANISLAO RICCI (68 anni – contadino - vive a Villa - cattolico)


    - Tu eri uno dei tre protestanti che non si tolsero il cappello al passaggio della processione
    - Alla processione in piazza, a piazza Canova, io mi trovavo mentre che scendeva il baldacchino dalla porta della chiesa... un amico mio non si cacciò il cappello e io stavo vicino.
    Allora ci si sono addossati addosso; uno scappava di qua, uno scappava di là...coi bastoni e con le pietre ci si sono addossati addosso e noi ce ne siamo scappati...è andata a finire che ognuno se ne è scappato a casa sua.

    - Ma poi c'è stato un processo per questa faccenda
    - Sì c'è stato un processo perché a noi allora ci hanno chiamato i carabinieri, il maresciallo, ci hanno presi ognuno per ciascuno, ognuno ha raccontato la sua.
    Il giorno dopo, quello che hanno fatto si negavano, dice che non era vero, e invece è vero che a noi ci hanno pigliato coi bastoni e con le pietre...il baldacchino che portavano il prete lo ha pigliato e lo ha rientrato dentro la chiesa.

    - Ma voi perché non vi siete levato il cappello?
    - Questo era la buon'anima di Saturnino...io non ce l'avevo perché allora ci avevo i capelli in testa!
    Ma lui: "e perché mi devo levare il cappello? E' una processione di pecore!"

    - Gli altri protestanti del paese intanto che facevano?
    - Non ci stavano...la buon'anima di Emilio stava giù, sotto da Attilio Lucidi...ma Emilio nessuno lo toccava perché era più una persona che tutti stavano sotto a lui.

    - Tu c'eri quando arrivarono i protestanti?
    - Come non c'ero?! Il primo sono stato io!... Mi ricordo pure gli inni come si cantano. (comincia a cantare) "Sul verde colle del paese..."

    - Eravate tanti all'inizio?
    - Tanti...quasi tutto il popolo

    - Come mai molti, te compreso, si sono riconvertiti al cattolicesimo?
    - Perché...hanno fatto l'asilo, sono venute le monache, i preti...e allora si sono risbandati un'altra volta. Uno tirava l'altro: "rivieni alla chiesa, rivieni alla chiesa"...ci vorrebbe una storia, Marco!
    Pure a me, dopo sposato, gli amici mi riconvincettero... Concetta di Capito costringeva mamma: "Genoe', Genoe', devi riveni' alla chiesa!"
    E poi allora pure mamma mi ricostringette a me, e io dicevo: "Eh ma', ma ti stai a fa' convince da queste bigotte che conosci?" Dice: "No, ma la mamma comanda e il padre!" Caro Marco, potevi sta' sempre a questiona' coi genitori?

    - Ma quali argomenti usavano più precisamente per convincervi?
    - Eh...i protestanti qua i protestanti là...quelli non credono a Dio, quelli non credono alla Madonna, la chiesa è la chiesa cattolica, la nostra, Gesù Cristo, la Madonna, quelli non credono a niente...
    Mamma e padre, te lo dico francamente Marco, erano analfabeti, pure io sono analfabeta, non so leggere...

    - E oggi come la vedi?
    - Io risulto più degli evangelici, perché gli inni evangelici io me li imparavo così...alla chiesa cattolica io non mi posso imparare una canzone...a me mi piaceva più quella evangelica perché...se c'è un rebus quello te lo spiega, e poi canti i versetti...gli inni evangelici parlano sempre del Signore. Io ancora me li ricordo. (ricomincia a cantare) "Sul verde colle..."

    Anche se "tradotta" questa rimane una delle testimonianze più commoventi. Stanislao, a quei tempi, era uno dei poverissimi; forse per una questione di orgoglio ha parlato solo di monache, di asilo, della sua ignoranza, della pressione delle "bigotte" su sua madre. Ma non ha voluto neanche accennare alla terra che gli avrebbero tolto se non si fosse riconvertito.
    Da lui viene anche l'ingenua e veritiera riflessione intorno alla figura di Emilio Gargano che in quanto ricco commerciante, sebbene evangelico, non veniva toccato da nessuno.
    Ma passiamo, visto che Stanislao tutto sommato "risulta più degli evangelici", nel vero e proprio campo opposto.

    ATTILIO LUCIDI (78 anni – contadino - vive a Villa S.S.- cattolico)


    - Tu sei stato processato insieme ad altri per avere aggredito, durante una famosa processione, tre protestanti. Come è andata?
    - Era una processione eucaristica. Usciti dalla chiesa con le candele e con il baldacchino si è andati a fare il giro della piazza. Sotto il lampione a capo piazza c'erano tre giovinastri: Valente Saturnino, Ricci Stanislao, il terzo non lo ricordo. Questi non si sono levato il cappello e la popolazione si è schiaraventata e questi se ne sono scappati; il prete se ne è riandato dentro la chiesa col suo aspersorio. La popolazione si è allora riversata sotto via del forno, si chiama via dei Valenti, e qui è uscito Valente Pietro Celestino, detto Cordisco, a imprecare e la popolazione si è scagliata contro questo... e so' arrivate delle sassate... ma da dove so' venute e da chi so' venute, non lo posso giudicare, perché io mi trovavo in mezzo alla confusione... comunque alla Pretura di Tagliacozzo siamo stati condannati, ma poi ci siamo riappellati al Tribunale di Avezzano e lì ci hanno assolto tutti, meno uno.

    - Grazie al maestro Filippo Conti che ha chiesto al Vescovo di intervenire.
    - Questo non lo so... non mi risulta, non lo posso giudicare...

    - Come mai fu cacciato padre Bernardino?
    - Padre Bernardino è stato richiesto dalla Autorità Ecclesiastica e non ha voluto acconsentire... P. Bernardino ha eccitata la popolazione perché lui voleva restare qua e, per dire un'altra cosa, è rimasto qualche mese in più, ma usciva la mattina presto e rientrava la notte...
    Voglio dire un altro fattarello: una volta alle due di mattina mi dovevo vedere con gli amici, che dovevano andare a vendere i vitelli e ho visto uno a un muro con una scala. Mi sono avvicinato e ho visto che era un certo Verdelocco Ernani che stava scrivendo: "VIVA PADRE BERNARDINO" E lui mi ha detto: "sei contento che hai visto chi sono eh?" dico: "sì sì, perché volevo la soddisfazione."

    - Perché padre Bernardino è stato richiamato dall'Autorità ecclesiastica?
    - Questi fatti non li posso giudicare... io ero neutrale all'allontanamento... mi ricordo che quindici persone furono arrestate dai carabinieri; era tutta gente che voleva difendere padre Bernardino, mi spiego? Io sono stato alla finestra a gustarmelo il fatto...

    - Ma perché il popolo lo benvoleva? - Perché ci aveva saputo fare; la gente non era tirata da Cristo, era tirata dalla (sua) persona... col suo ben fare era finita la religione; lui s'era attirato il popolo tutto a sé personalmente... quello sapeva fare mo colla castagnuccia, mo colla meluzza, mo colla caramella e mo facendo qualche recita nella chiesa... insomma il popolo se l'aveva saputo attirare.

    - Come mai tanta gente dopo l'entusiasmo iniziale si è riconvertita?
    - Che ne so io?... la coscienza sua!

    - Sai che il Vescovo ha fatto togliere la terra a chi aderiva al protestantesimo?
    - No... oddio, una voce c'era che non si doveva dare il benestare ai protestanti, però io non lo so.

    - Ti ricordi dei quattro gesuiti?
    - Questo me lo ricordo; che hanno fatto una missione, che insomma ti dava gusto... parlavano di Cristo; quando parlava p. Golia si diceva proprio che stava a parlare con Cristo.

    - E l'asilo Pio XI?
    - Io facevo parte della Commissione che si è presentata alla casa del Parroco per chiedere la costruzione dell'asilo e i protestanti dicevano: "la prima pietra è stata messa, vediamo la jocca quanno scocchia" (vediamo quando la chioccia farà aprire i gusci)

    - Hai mai frequentato un culto? Che critiche hai da fare sul protestantesimo?
    - Non sono mai stato ad un culto, non sono mai stato un ficcafrocia (ficcanaso); non posso giudicare, sono sempre stato e sono anche adesso cattolico... oggi però diciamolo chiaro, farebbero bene a rifare la fusione cattolici, protestanti, ortodossi e compagnia; fare tutta una religione: sarebbe la più grande religione del mondo; sarebbe una cosa buona; siamo tutti cristiani... ci vorrebbe più rispetto reciproco.

    - Però a quei tempi tu hai fatto parte, come hai detto, della commissione per far costruire l'asilo che aveva lo scopo dichiarato di far tornare indietro i neo-convertiti; e l'asilo si è potuto costruire subito, mentre la chiesa evangelica è rimasta inaccessibile per dodici anni.
    - Be’, questo è l'Autorità che l'ha imposto...

    - L'Autorità cattolica assieme all'Autorità fascista?
    - No... secondo me non c'era complicità fra le due... anzi se non era per Amicucci, l'allora Podestà di Tagliacozzo, la chiesa evangelica non si sarebbe costruita per niente.

    - E allora come spieghi che il pastore Cacciapuoti è stato mandato al confino per attività antipatriottica? E che lo stesso padre Nazario disse che chi non era cattolico non poteva essere italiano?
    - Su questo argomento non posso giudicare... non lo so... non so rispondere.

    TEMISTOCLE VALENTE (70 anni – contadino - vive a Villa S.S.- cattolico)

    - Racconta qualcosa che ti riguarda personalmente nella vicenda religiosa di Villa.
    - Io difendevo i diritti della Chiesa credendo che erano più esatti, giusti e ammettevo qualche cosa del protestantesimo per la questione della lingua; gli evangelici dicevano che i preti parlavano in latino per non far capire alla gente quello che si diceva in chiesa. Ho avuto discussioni con gli evangelici, per esempio con Pietro Celestino Valente; io difendevo la mia religione con le parole di Mussolini: "l'unità religiosa di un popolo...", l'altra parte non me la ricordo. I protestanti discutevano della Chiesa, del Sacramento, l'Ostia santa, la confessione... e io ritiravo fuori le parole del Vangelo ribattendoli.

    - Ma non era vietata ai cattolici la lettura privata della Bibbia?
    - Sì, ma più che altro era vietato il Vecchio Testamento, perché dicevano che era difficile da interpretare.

    - Che ne pensavi di padre Bernardino?
    - Ero contrario. Non mi andava giù, e papà quando uscivamo da casa e andavamo alla chiesa mi diceva: "solo tu capisci a 'sto paese". Ed era vero perché solo io capivo che non parlava a soddisfazione... faceva i film di fotografie e la gente l'attirava, poi non chiedeva niente per la messa, ma però diceva di dargli qualcosa e quel qualcosa costava molto più della messa... io ero contrario a queste storie ma il popolo era per lui perché ci andava d'accordo con quelle storie che raccontava. Poi faceva le monache senza autorizzazione e il Vescovo non poteva accettare queste cose: se ogni prete comincia a fare le monache e le spande per il mondo che non hanno una storia, che monache sono? E il vescovo per quello lo cacciò... Poi mandò certi altri. Per un periodo venne un certo Capace. Si era nell'inverno del 1929; era un inverno freddissimo, circa 36 gradi sotto zero. Mi ricordo che a me mi si gelò il vino. La gente ad un certo punto gli fece un fantoccio di neve e la notte lo andava ad allisciare con l'acqua in modo che si mantenesse, e con le cacatelle di pecora ci fecero una scritta addosso: "VILLA A CAPACE".
    E insomma poi vennero i protestanti e noi dovevamo stare attenti ad andare in chiesa perché c'era il rischio che ci menavano... poi invece per la stessa propaganda dei protestanti che era inconsistente le famiglie cominciarono a riflettere e tornarono alla chiesa.

    - In seguito ad una riflessione o perché in caso contrario venivano privati della terra?
    - No, questo per me è un sogno, è tutta una fesseria, è vero invece che a noi i primi tempi se ci vedevano andare in chiesa minacciavano di menarci o di tagliarci la vigna o di bruciarci la stalla.

    - E' mai successo?
    - No, non è mai successo, ma non sono mancati episodi... perché allora come si parlava era una causa; una volta ci andò di mezzo mio cognato, il maestro Conti, per via di una satira che aveva scritto padre Genovesi e siccome poi si era un po' cancellata lui la ricopiò e con questa copia andò a finire in pretura...
    - Allora l'"Immondezzaio" è stato scritto da padre Genovesi, il gesuita?
    - Beh non lo so se il titolo era quello, ma lui ne scrisse tante; per esempio dopo che a Villa, quando vennero questi gesuiti, li aveva visti Quirino Berardi e col suo modo di fare gli aveva detto: "Che razza di corvi si aggirano da queste parti!", Padre Genovesi quando ritornò a Roma scrisse un'altra satira che cominciava così: "I corvi vanno in cerca di carogne".

    - Parliamo un po' di quella famosa bagnarola.
    - Ah la bagnarola! Mannaggio la bagnarola d'Appollo! E' una cosa proprio stupida... stavo falciando il prato e trovai una bagnarola ovale, sotto c'era della roba nera, roba sporca e sopra delle bolle grasse. Appena vista mi fece un po' senso brutto; maledettamente piglio questa bagnarola per buttarla fuori dal prato e invece poi mi venne all'idea, quella maledetta idea, che ci fosse stato un aborto.
    Che poteva essere? Così nascosta, una bagnarola buona, nascosta sotto una siepe... mi venne quella maledetta idea; invece poi, in seguito agli anni si venne a sapere che erano i giovanetti che avevano rubato i lupini e li erano andati a nascondere là.
    Successe che io lo dissi a Silvia (la moglie). Silvia di corsa dal padre, io se lo sapevo non ne parlavo... alla gente non gli disse che io avevo avuto solo un dubbio; il padre andò da Filippo Conti, il maestro, dice: "Sai, Temistocle così e così... ha trovato una bagnarola con un aborto dentro".
    Dopo tre ore i carabinieri a casa. Aqquanto m'accorai (mi prese un colpo al cuore). Questi mi parlavano di "feto"; e io non capivo la parola feto, la interpretavo diversamente; gli dissi "sì c'era del feto"; con feto volevo intendere una cosa schifosa, che puzza.
    Poi davanti al Pretore chiesi "ma scusi sig. Pretore che significa in italiano la parola -feto-? perché io l'ho interpretata in questo modo".
    Quelli rimasero (allibiti), ma intanto dice che il dott. Conti si era recato sul posto dove io avevo buttato la bagnarola e aveva confermato che si trattava di un feto.
    Allora poi si appicciò (si accese) il popolo: c'era la storia degli evangelici... "Chi può essere stata? La tale, la tale..." E fecero i nomi di Silimea de Angelis e Rosa Piacente. Quelle si sono fatte sei mesi di carcere per colpa mia, se è colpa mia, perché io innocentemente dissi quella parola e poi si è cominciata a caricare la cosa ... che poi durante tutta la procedura non sono stato più cercato.

    - Ma insomma ogni piccola cosa era dall'alto che veniva ingigantita, manipolata. Come reagiva il popolo, non se ne rendeva conto?
    - A me non mi meraviglia niente perché oggi siamo ignoranti, ma allora proprio a terra; sai com'è: nati nella religione, vissuti in quella... loro parlavano male del protestantesimo non della persona: che il protestantesimo era venuto dal peccato.
    Parlavano di Lutero, di Enrico VIII; che era venuta dal diavolo non da Dio questa storia e il popolo ci credeva e invece io personalmente ho assistito a un paio di culti e la gente diceva che erano dei santi con quella parola eloquente, con quella parola dolce...
    E io con loro mi sono imparato diverse cose del Vangelo; invece le suore dicevano che se andavamo alla chiesa evangelica venivamo scomunicati. Ci dicevano che noi eravamo i santi e loro i diavoli. Oggi invece si è tutto spento, siamo tutti fratelli.

    Il fatto che Temistocle non sia stato più convocato durante la celebrazione del processo, pur avendo detto al Pretore di aver frainteso il significato della parola "feto", non stupisce perché rientra in una strategia ormai chiara.
    Né stupisce il competente parere del medico A. Conti. Per la prima volta qui sentiamo parlare di minacce rivolte dai protestanti ai cattolici anche se, pare, non si siano mai concretizzate.

    Per chiudere prendiamo atto dell'inevitabile ignoranza che connota chi è nato e vissuto in ambito religioso.

    ITALO BALESTRA (70 anni - vive a Villa - ex protestante)

    - Che atmosfera c'era a Villa all'inizio degli anni '30?
    - Volevano provocare sempre la commedia per poter cacciare i protestanti da Villa; per esempio, a proposito della processione, che glie ne importava che quello non s'era levato il cappello? Erano pretesti, ma lo scopo vero era quello di cacciare i protestanti.
    - La tua opinione sulla vicenda di padre Bernardino
    - Non c'era niente da dire su di lui. Piaceva ai bambini perché gli regalava le mele, le castagne; piaceva agli adulti perché cominciava a spiegare un po' quasi come i protestanti: che quando si entrava nella chiesa non bisognava inginocchiarsi di fronte al primo santo, ma che bisognava andare direttamente a Gesù sacramento...
    Lo mandarono via per quella ragazza...si fece pure una satira che finiva così: "per un paio di mutande / senn' è ito 'no missionante".
    Andò pure una commissione lì dal Vescovo a dire che se lo mandava via chiamavano i protestanti, e il Vescovo rispose: "Meglio un bravo protestante che un cattivo cattolico" perché non avrebbe mai immaginato che potesse avvenire il fatto. Prima volevano chiamare Bisesti, poi la cosa andò a finire a Roma. Vittorio Rossi si interessò per questo, lui era più intelligente degli altri.
    Così vennero i protestanti e tutti andavano a sentire i primi culti. Dante Seta spiegò come era la religione evangelica: che si adorava Dio e non pure i Santi, la Madonna...e così cominciarono le discussioni, gli scontri: appena si apriva bocca era una denuncia. Pure il pastore Dante Seta fu chiamato dal Pretore perché dice che chiamava i preti con nomignoli irriverenti e lui dice che disse: "Non è vero, per me è già sufficiente chiamarli preti! "

    - A un certo punto arrivò a Villa il pastore Zardi che dopo poco tempo abiurò pubblicamente...non sembrò strano a nessuno?
    - Quello s'era messo proprio d'accordo con le Autorità ecclesiastiche per far distruggere la Chiesa protestante di Villa: poco tempo dopo vietarono pure l'ingresso al salone che stava sotto la chiesa.

    GERVASO VALENTE (65 anni – agricoltore - vive a Villa - cattolico)

    - Come è nato il protestantesimo a Villa S.S.?
    - Villa ha avuto per decenni un parroco, D'Andrea, il quale era di una precisione unica, veramente meticoloso. Morto lui venne padre Bernardino da un centro missionario e questo, si capisce, in un batter d'occhio riuscì a conquistare la maggior parte del paese, ad accaparrarsi le simpatie specie dei giovani perché era svelto, faceva le cenette, era un ammodernamento.
    Ad un certo punto questo non piacque a quelli che erano i frequentatori assidui della chiesa; cominciarono a protestare, a fare i primi ricorsi. A questi ricorsi i suoi seguaci si opponevano fino al punto che...certo li esageravano questi ricorsi, oppure se li immaginavano...fino a che il Vescovo gli ordinò di allontanarsi, insomma di trasferirlo.
    Certo, ormai lui ci pigliava gusto a rimanere a Villa perché mangiava bene, tutti gli portavano regali...è stata una doccia fredda per lui.
    Da una parte faceva l'obbedienza al Vescovo, dall'altra cercava di alimentare la situazione per poter rimanere. Questa giostra durò parecchio tempo.
    Le famiglie più frequentatrici - c'era un certo bigottismo allora - si trovavano scandalizzate, uscite da quel tenore del parroco D'Andrea, con quella precisione... padre Bernardino pigliava le cose con una certa spigliatezza, tipo missionario, e a loro gli sembrava la fine del mondo. Poi lui non gli dava quell'importanza che avrebbe dovuto dare a loro, trattava tutti alla stessa maniera; D'Andrea invece ci aveva quelle regole precise per tutte le cose: questa è la domenica, questa è la dottrina... però non era di quelle persone che andavano a spiegare la Bibbia.
    Tornando alla questione di padre Bernardino, il Vescovo gli ordinò di partire da Villa, ma c'erano delle persone affezionatissime, per esempio Vittorio Rossi, perché magari quello andava lì a parlare dell'Evangelo sul panchetto delle scarpe; si capisce in questa maniera uno si affezionava.
    Sicché un giorno vennero i carabinieri per proteggere l'uscita dal paese di padre Bernardino e ci fu un'opposizione che dovettero scappare i carabinieri; erano venuti a cavallo da Avezzano, uno squadrone, e lo scontro proprio frontale avvenne davanti a casa mia. Io stavo alla loggia e ho visto proprio la gente infuriata, inferocita, che tirava sassi a questi carabinieri, come pazzi. I carabinieri cercarono di acchiappare i più facinorosi e presero Paolino, uno che era stato in America, e lui gridava: "abbasso la plebba! (plebe)" credendo... invece di dire abbasso l'aristocrazia come erano quelli, si sbagliava e diceva: "abbasso la plebba!" che era come dire abbasso sé stesso.
    Così padre Bernardino fu mandato via e c'erano questi che erano ritornati dall'America che avevano avuto a che fare con i protestanti e cominciarono a circolare le voci: "facciamo venire i protestanti che sono più bravi, fanno più del bene" e si cominciò a fomentare questo principio.
    Così andò una commissione dal Vescovo e glielo disse, ma lui non si spaventò perché non immaginava... invece poi arrivarono.
    Al primo culto che io ho sentito parlò uno, un vecchietto che disse un sacco di fesserie. Dopo questi primi sondaggi venne Dante Seta che era un ex-prete, un intelligentone, furbo pure e consolidò la chiesa evangelica. E diventarono ancora più agguerriti questi che erano passati a questa religione e cominciarono i primi fattarelli.
    Perché si capisce, quando le autorità hanno visto che si andava consolidando la cosa hanno preso dei provvedimenti: sono cominciati a venire i missionari gesuiti; erano parlatori veramente... e sono stati questi che hanno portato, insieme ai protestanti più accaniti, al nascere di una guerra da ambo le parti che poi si è spenta perché la gente ha cominciato a capire; anzi questo ha portato ad un certo ateismo. E' la conseguenza della guerra che hanno vissuto.

    - Ti ricordi qualche episodio?
    - Una volta avevamo fatto una cenetta a casa di un amico. C'era pure Gargano Ulderico. Ad un certo punto siamo usciti a prendere un po' d'aria e ci siamo trovati di fronte un vecchio; lui pure aveva... non è che aveva ragione; siccome stavano in una casa a fare il culto e dice che qualcuno era andato lì a bussacchiare per sentire quello che dicevano... insomma io mi sono visto davanti una lama, un coltello, si capisce non ci ho visto più. Io ero giovanotto... gli ho preso il braccio e gli ho detto "ma che vuoi?" perché sai, bisognava stare attenti, erano proprio inferociti. Lui disse "perché ci disturbate?" e io gli dissi che noi non c'entravamo niente, che stavamo lì vicino a mangiare e bere.
    Il giorno dopo tutti mi dicevano di farlo castigare e io dicevo di no, che era impazzito, che era un momento di sovreccitazione.
    Un'altra volta stavamo a suonare la chitarra, il mandolino, e si avvicinò un gruppo di protestanti ubriachi; noi eravamo più ubriachi di loro e insomma se non era per me chissà come sarebbe finita: perché io sono sempre stato contrario a tutte queste cose, io non ho mai messo piede ad una causa, ad un processo, niente. Perché tutte e due i gruppi erano eccitati da ambo le parti, sennò tra loro non sarebbe successo mai niente, se questa gente non veniva sobillata da altri.

    - Cosa dissero i protestanti per far passare tanta gente dalla loro parte?
    - Una volta ho ascoltato un culto del pastore Seta. Certo le argomentazioni non gli mancavano per un popolino come Villa, ma nella sostanza io credo che a ognuno rimaneva la sua coscienza.
    - Quindi tu sei coscienziosamente rimasto cattolico.
    - Eh sì, tanto è vero che continuai ad andare in chiesa; perché era proibito... perché ti prendevano d'occhio i protestanti se andavi in chiesa.

    - Come mai ci fu un immediato e diffuso ritorno alla Chiesa cattolica?
    - Perché all'inizio, secondo quelle che erano le premesse dettate da questi che erano stati in America... erano una cosa, invece nella realtà dei fatti erano un'altra... i protestanti lanciavano questa lotta contro la Chiesa, contro i Santi, contro tutto insomma... che la religione è solo Dio e l'Uomo. Invece io credo che la questione dei Santi sia una cosa da ragionarci.

    - E la terra che veniva tolta a chi aderiva al protestantesimo?
    - Questo io non l'ho mai sentito.

    - Secondo te l'apertura del tempio evangelico è stata impedita solo dal potere ecclesiastico o c'era di mezzo anche quello politico?
    - No, sono sicuro: io dal '35 fino al '38 sono stato segretario politico del paese; prima di me era segretario Filippo Conti, il maestro.
    Il segretario politico allora ci aveva tutti i poteri; io perché sono contrario alla dittatura oggi? Perché allora, se avessi voluto, potevo rovinare intere famiglie.
    Una volta mi dissero che una donna aveva parlato male di Mussolini e io gli dissi: "C'è tanta gente che ha fede eppure bestemmia. Mussolini è solo un uomo come noi, pure lui è un peccatore come noi".
    Un'altra volta non denunciai certe persone che invece di mandare il grano all'ammasso lo vendevano clandestinamente di notte. Come si potevano rovinare quelle famiglie? Loro lo facevano perché si moriva di fame.

    - Dunque nessuna complicità tra cattolici e fascisti. Come spieghi allora il processo a Fileno Piacente che, in quanto evangelico, non poteva essere italiano, almeno secondo padre Nazario?
    - Io so del fatto, ma non so come è andato a fine perché due mesi dopo fui richiamato; forse se fossi rimasto avrei cercato, come nelle altre occasioni...

    - Eppure sembra che tu abbia una certa responsabilità attorno ad un fatto molto grave: il pastore Cacciapuoti fu mandato al confino per attività antipatriottica quando tu eri Segretario politico.
    - Non lo so. A me non m'è passato... io non c'ero più a Villa: Allora era segretario Ulisse Bonifaci. Io non lo so come stanno le cose, non so niente... perché in tempo di dittatura poi viene creduta la bugia di chi comanda e non la verità di chi viene comandato; se io per esempio dicevo una stronzata in federazione veniva creduta.

    Alla fine di questa testimonianza è rilevabile una piccola bugia: presso la Curia di Avezzano è tuttora conservata la lettera che accusa il pastore Cacciapuoti, firmata da Gervaso Valente in data 28/10/1939.

    ULDERICO GARGANO (67 anni - vive a Villa - ex cattolico)

    - Una curiosità: Gervaso Valente mi ha detto che tu eri con lui quando fu aggredito da un protestante armato di coltello.
    - Era di sera. Quattro o cinque amici: stavamo facendo una bicchierata andando di casa in casa e alla fine ce ne andammo a dormire.
    Dopo dieci giorni vengo chiamato in pretura: "Lei la sera tale, in compagnia dei tali e tali mentre vi recavate alla casa del signor...ha visto Valente Serafino minacciarvi con un coltello?". Risposi "Ben detto! Ero in compagnia delle persone da lei citate, solo che non ho visto un bel niente."
    "Ma era buio, lei a che distanza era dagli altri?" "a nessuna distanza, eravamo insieme" "Ma insomma tutti l'hanno visto e lei no?" "Signor Pretore io non sono cieco e le assicuro che non ho visto un bel niente".

    - La tua opinione su padre Bernardino
    - Lui non considerava il sacerdozio come mestiere, ma anzi come missione addirittura, difatti dava tutto ciò che aveva: se per esempio gli regalavano un pezzo di pane, perché allora i preti non avevano la congrua, e bussava un poveretto alla porta, quella pagnotta che gli avevano regalato poco prima la regalava a sua volta.
    La sorella con cui conviveva si preoccupava che non rimanesse il necessario per sé stessi, ma lui la esortava a non preoccuparsi e a confidare nella provvidenza.
    Espletava la sua missione disinteressatamente: per panegirici, prediche, mortori, non si faceva pagare. Per le messe si faceva offrire qualcosa, a discrezione; diceva che era inconcepibile un compenso fisso.
    Se per esempio il Parroco di Corcumello pretendeva troppo per qualche suo servizio il popolo diceva: "Ma come? C'è padre Bernardino a Villa che per queste cose non vuole nulla!".
    E insomma in breve cominciò ad essere additato per il suo comportamento e da questi reazionari del luogo fanaticissimi e da un'organizzazione intesa a danneggiarlo, a scacciarlo, proprio da parte del clero della Diocesi.
    Risulta che ad un certo punto, e qui è chiaro che non ci possono essere documenti, questi preti dei paesi vicini si organizzarono e andarono dal Vescovo a spiegargli che si trovavano in difficoltà per colpa di quel missionario di Villa che danneggiava i loro interessi, che si trattava di un prete un po' libertino, che prendeva troppe iniziative, che istituiva monache, che organizzava servizi sociali e chiesero così che lo si allontanasse.
    Ma il proletariato di Villa, la gente povera, gli voleva bene e appena sentì le prime voci intorno ad un suo prossimo allontanamento cominciò a manifestare i primi malumori. E' questo il motivo per cui il Podestà di Tagliacozzo si recò dal Vescovo a dirgli: "Guardi Eccellenza che la situazione a Villa è delicatissima. Le sconsiglio di prendere una simile iniziativa: le conseguenze potrebbero essere inimmaginabili". Ma sembra che il Vescovo, autoritario come era, gli rispose: "Lei si occupi del Comune, ché al resto ci penso io".
    Padre Bernardino reagì da santo: non è vero che eccitava i suoi fedeli; è vero invece che li invitò alla rassegnazione perché non voleva disubbidire all'autorità. Infatti per non creare una situazione esplosiva partì di notte.
    Penso saprai che furono inviati allora altri preti, ma non ci fu niente da fare...uno non lo fecero entrare per niente in paese: tutta la popolazione lo ricacciò con spintoni e minacce fino all'altezza del camposanto.
    Una cosa è certa comunque: che, sebbene a Villa ci fossero già due o tre famiglie protestanti (per così dire, perché erano state in America), se padre Bernardino non fosse stato cacciato non sarebbe mai venuto il protestantesimo a Villa.
    Prima dell'arrivo dei primi pastori ciascuno pensava, data l'ignoranza, che essi fossero dei diavoli. Quando poi invece li ascoltammo l'impressione comune fu quella di trovarsi semplicemente di fronte ad una specie di cristianesimo primitivo, cioè senza tutto quell'accumulo di cerimonie, tradizioni e cose spurie che caratterizzano il cattolicesimo.
    Naturalmente la reazione non tardò ad arrivare: furono mobilitate, da parte cattolica, tutte le migliori risorse intellettuali. Anche l'asilo Pio XI è stato costruito in quello spirito. Mobilitarono i missionari...a Villa in quel periodo vennero i più valenti oratori del cattolicesimo. Mi ricordo che padre Golia, detto "il martello degli eretici", a quei tempi era uno dei massimi conferenzieri.
    Questi gesuiti facevano propaganda spicciola: entravano di casa in casa per cercare di strappare la gente al protestantesimo.
    Insomma si può dire che dopo questo periodo, in seguito a tutti gli espedienti che il Vaticano escogitò, una buona parte delle persone tornò indietro e i due gruppi si stabilizzarono quasi definitivamente.
    Mi ricordo che il Vaticano istituì dei ritiri spirituali per piccoli gruppi che invitava a Roma dove, oltre al trattamento ineccepibile, si veniva investiti da un mare di conferenze.
    Una volta ci andai anche io. Andammo addirittura dal Papa, accompagnati da padre Gori. Nella biblioteca del Vaticano il Papa ci ricevette in forma quasi privata. Padre Gori disse: "Santità, questi sono di Villa San Sebastiano" e il Papa: "Ah, voi siete i figli diletti di Villa S.S.?" E rivolgendosi a Pietro Celestino Valente, che poi avrebbe aderito ai protestanti, chiese: "Come vanno i protestanti a Villa?" e lui rispose: "Si sono quasi scemati". E il Papa: "Però che peccato, un paese così vicino a Roma ha ripudiato la fede dei Padri!" Tutto questo per dire che a quei tempi Villa era conosciutissima in Vaticano, come se si trattasse di una metropoli. Era una preoccupazione seria.
    E a Villa scoppiò una serie di disordini, ma si trattava quasi sempre di provocazioni per poter incriminare i protestanti, per poterli distruggere: cause, denunce... anche perché dato il periodo politico, non si vedeva di buon occhio una religione che loro definivano anglofila. Infatti fu proprio a motivo di Villa che Mussolini ebbe a dire quella famosa frase: "L'unità religiosa è una delle grandi forze di un popolo". E non c'è da stupirsi: i giornali di tutto il mondo si erano occupati del caso di Villa.

    - Ma alla fin fine che cosa ha dato il protestantesimo a Villa?
    - Per un cero periodo un clima di terrore, ma come ripeto loro non c'entravano nulla: si trattava sempre di provocazioni da parte cattolica. Si era giunti al punto che era pericoloso uscire la sera per non incappare in qualche gruppo di fanatici. Poi la faccenda dei matrimoni: quante relazioni, quante storie d'amore hanno dovuto spezzarsi per questo motivo! Se due giovani si volevano molto bene riuscivano pure a superare in qualche modo il fatto di appartenere a due religioni diverse, ma a quel punto subentravano i rispettivi parenti e allora non se ne faceva più nulla.
    La cosa migliore che il protestantesimo ha dato a Villa, comunque, secondo me, è l'apporto generale alla cultura del popolo. A quei tempi capitava spesso di vedere due contadini nei campi che, quando si riposavano un attimo, cominciavano a parlare di religione.
    I protestanti erano più colti, più emancipati e i cattolici di questo hanno beneficiato, a partire dal fatto che si sono tolti di dosso lo spauracchio loro imposto che non erano in grado di leggere la Bibbia da soli, tanto l'avrebbero male interpretata.
    La verità era che nelle bibbie cattoliche, tradotte cioè da un cattolico, che si trovavano a Villa certi passi erano stati completamente omessi, come per esempio dove dice: "Non ti fare scultura alcuna, né immagine alcuna..."
    E certo, se avessero letto una cosa del genere, cosa avrebbero dovuto pensare dei pezzi di legno che portavano in processione, della loro chiesa piena di gessi e di immagini? Quindi ecco il protestantesimo, non tanto ai vecchi quanto ai più giovani, ha portato un certo sprone, una certa cultura, perché i pastori tutte le sere parlavano ai giovanotti, li invitavano a rivolgere le domande su vari temi. Tutto questo ha fatto molto bene anche ai cattolici che hanno cominciato ad abbandonare tante credenze, tante tradizioni stupide. - Nonostante ciò tu non sei mai diventato protestante. - Non ho mai cambiato religione, ma ho accolto in pieno l'ideologia dei protestanti, soprattutto per le sue implicazioni sociali, perché sapevo benissimo fin da allora che il cattolicesimo, il clero, della Bibbia ne hanno fatto uno strumento loro e lo hanno utilizzato per conservare certi privilegi.
    La Chiesa è sempre stata dalla parte del più forte, non si è mai schierata in difesa dei poveri. Mentre da parte dei protestanti si vedeva che loro volevano porre in atto le massime di Cristo, lo spirito del Vangelo, soprattutto ai quei tempi che c'era tanta disparità, tanta miseria.
    Io personalmente non ho mai frequentato la chiesa evangelica solo perché ho una visione tutta mia della fede: per me semplicemente una religione è nel giusto quando contribuisce a risolvere i problemi delle masse diseredate.

    - Quando si è cominciato a parlare di comunismo a Villa?
    - Il primissimo e praticamente unico per un bel po' di tempo è stato Quirino Berardi: si era in regime fascista eppure lui professava scopertamente le sue idee, forse perché protetto dal fatto di essere un burlone, un umorista.
    Io ero suo amico e molto spesso si stava insieme a parlare. Una volta però fui convocato dal Segretario politico che allora era Gervaso Valente e questo con aria solenne mi disse: "So che frequenti il tale che professa notoriamente idee comuniste, t'invito a non farlo più. Per il momento ti avverto semplicemente". Gli risposi: "Ti credevo un amico... tu devi essere proprio impazzito".

    Comunque di comunismo si è cominciato a parlare con un minimo di cognizione solo alla fine degli anni '30.

    ROMOLO PIACENTE (69 anni – pensionato - vive a Roma - ex-protestante)

    - Come hai conosciuto il protestantesimo?
    - Il periodo che è venuto il protestantesimo a Villa io non ero presente perché già vivevo a Roma, ma ricordo che tornavo saltuariamente a trovare la mia famiglia.
    Un bel giorno cominciai ad interessarmi al perché i miei genitori e quasi la totale popolazione del paese avessero tanto interesse ad ascoltare questa nuova religione e cominciai a fare delle differenze... io ignoravo cosa fosse veramente il cattolicesimo come la maggior parte dei villesi a quei tempi. Mi decisi a frequentare i culti e notai che alla fine della cerimonia i pastori chiudevano benedicendo tutti e in special modo i nostri fratelli separati.
    Mi meravigliai e provai a fare un confronto: notai più volte che il prete terminava la funzione dicendo: "non li avvicinate, allontanateli; sono lupi vestiti da agnelli venuti a portare scompiglio in questa nostra religione. E quando passate (queste sono parole udite con le mie orecchie) davanti alla chiesa protestante se la chiesa vi è a sinistra voltatevi a destra e viceversa".
    E per quanto questo ha fatto presa sulla gioventù sia maschile che femminile, nei giorni di festa, che si esce nella piazza nei paesi a passare due ore la sera, non si riusciva, per quanto ci sforzavamo, a stare assieme ai cattolici: si separavano sempre, se ne stavano a parte. Allora io ho preso un'iniziativa per conto mio e ho cominciato a esplorare, siccome eravamo tutti amici, tutti paesani della stessa età pressappoco... la conosco solo adesso la parola "psicologia"... e mi sono accorto che questa gioventù cattolica non agiva per conto suo, non erano convinti, ma agiva perché gli veniva imposto.
    E perché loro accettavano? Per un motivo semplice: perché siccome il paese era contadino, i proprietari erano quattro o cinque, loro dipendevano da questi qui: avevano la terra in affitto. E allora li prendevano e gli dicevano: "guardate, se noi vi vediamo assieme ai protestanti o se andate alla chiesa protestante noi vi leviamo la terra". Cosa che è stata fatta realmente. E io cercavo di convincerli a non cedere.

    - Tu sai che lo stesso Vescovo scrisse una lettera ai parroci in cui dava ordine di togliere la terra ai protestanti?
    - No, non lo sapevo.

    - Come sono andati a finire i tuoi contatti con gli amici cattolici?
    - Sono ritornato a Villa stabilmente per tre anni, dal '34 al '37 e naturalmente mi sono rincontrato con tutta la gioventù e con mia grande sorpresa ho veduto che in molti elementi era avvenuto il disgelo, non erano più rigidi come prima, perché hanno conosciuto anche loro tutto ciò che predicavano i pastori... che era bello... come del resto potrebbe essere bello quello che predicano i preti.
    Solo che c'era quella imposizione a tacere e allora, non avendo contatto con la parte contraria, rimanevano sempre allo stesso livello. Poi però abbiamo ricominciato a stare assieme, a discutere, abbiamo fatto un centro, il campo sportivo... man mano il disgelo è andato aumentando.

    - Attualmente che atteggiamento hai nei confronti della religione?
    - Io mi sono chiesto con la mia poca intelligenza e con la mia poca cultura: se sia gli uni che gli altri dicono che Dio è uno perché poi bisogna scontrarsi? E se devo essere sincero ho cominciato ad allontanarmi, ma non è stato un allontanamento senza motivo: ho cominciato a leggere di controversie religiose... oggi non mi considero un protestante bensì un libero credente... e lo dovrebbero essere tutti, oppure anche atei, comunque sia. Ma quello che conta per me sarebbe l'eguaglianza materiale: ciò che si produce che venisse distribuito razionalmente acciocché tutte le categorie possano vivere in pace e tranquille e senza guerre.

    - Pensi che l'esperienza del protestantesimo abbia avuto un peso in tutto questo?
    - Senza meno.

    - C'è una vicenda nella storia di Villa che puoi raccontare meglio di qualsiasi altro perché riguarda tuo fratello, Fileno.
    - Sì. Mentre io stavo a Roma mio fratello viveva con la famiglia, fuori. Era nato nel 1919, quindi visse in pieno l'esperienza del protestantesimo. Era un tipo come me, non gli piaceva distaccarsi da nessuno, voleva stare a contatto con tutti, una specie di pacificatore, ma nello stesso tempo gli piaceva ragionare...
    Un giorno, per non pesare sui suoi genitori, decise di trovarsi un lavoro e si è rivolto all'Assuntoria Ferroviaria di Villa S.S. e ha preso servizio come manovale. Poco tempo dopo arrivarono al Ministero dei Trasporti delle proteste (io conservo ancora le lettere di risposta spedite dal Ministero). Nell'ultima si invitava l'Assuntoria ad espellere mio fratello e gli si vietava perfino di mettere più piede nel recinto della stazione. Ciò significava che, se fosse stato applicato alla lettera tutto questo, per esempio venendo da Roma in treno avrebbe dovuto fare il biglietto per Tagliacozzo e non per Villa.
    Come si era creata questa situazione?
    Quelli della mia età ricordano che in quel periodo (1940) quando si aprivano le scuole era consuetudine che il Podestà facesse un discorso; il Podestà e non chi per esso. Senonché quell'anno a Villa invece del Podestà parlò un frate e precisamente padre Nazario...ad un certo punto questo frate ha detto, parlando più di religione che dell'apertura delle scuole: "chi non è cattolico non può essere italiano". Allora mio fratello giustamente si è risentito. Ha alzato un braccio e gli ha gridato: "ma smettila!".
    Cosa gli è costata questa parola? La perdita del posto di lavoro e un processo, che è stato celebrato nel paese di Tagliacozzo. Prima del processo io mi sono recato in compagnia di Terigi (Edorigi Valente), un cattolico carissimo amico, dal promotore del processo, cioè padre Nazario, a via Merulana a Roma, acciocché il processo non si facesse, perché eravamo in regime fascista...
    Padre Nazario ci disse molto tranquillamente che ormai lui non poteva fare più nulla perché la cosa era arrivata troppo in alto. E allora io, altrettanto tranquillamente, gli ho risposto: "Ricòrdati che porti il saio di Francesco". Tutta quella gente lì, i parenti del frate, già dalla sera precedente il processo avevano cominciato a preparare per la vittoria, cioè per il banchetto, per il trionfo, per la ragione che gli dava il tribunale...
    Ma il processo è durato solo dieci minuti e mio fratello è stato assolto. Nonostante ciò, poiché era prossima la guerra, qualche tempo dopo, parlando con me, disse: "io, se mi chiamano, in guerra non ci vado, visto che per qualcuno non essendo cattolico non sono italiano".
    Per non risultare idoneo alla visita medica per più di un mese mangiò solo caprini (un'erba lattiginosa), ma alla fine partì lo stesso. Ormai però si era ammalato... e morì. Non è più tornato.

    VITTORINA VALENTE (55 anni – casalinga - vive a Roma - protestante)

    - Cosa hanno portato i protestanti a Villa S.S.?
    - Tante cose. Noi non conoscevamo niente: per esempio io non mi ero mai messa su un'automobile... questa è una stupidaggine però... una cosa molto importante è stato l'albero di Natale: per noi è stato un avvenimento. Hanno fatto quest'albero con tutte le luci, bellissimo... e chi l'aveva mai visto?
    Un'altra cosa che ci ha tanto affascinati sono i doni: noi eravamo tanti bambini che facevamo parte della Scuola Domenicale e alla "Festa dell'Albero" alla fine avevano un elenco di tutti i bambini e ci hanno dati i doni. A me hanno dato una scatola di pilette (pentoline), un regalo meraviglioso. Questa è una delle gioie che ci hanno dato i protestanti. Poi ci siamo fatte grandicelle e quando ci capitava di andare per esempio ad Avezzano ci dicevano: "Ma voi non siete di Villa!" Perché noi, stando a contatto con le mogli dei pastori, avevamo modo di parlare in italiano.
    Un'altra grande novità è stata quella dei cori. Noi eravamo tanti allora, giovani adolescenti e facevamo questi cori a quattro voci; e chi aveva mai sentito dire che si cantava a quattro voci? il basso, il tenore, il contralto, il soprano... Poi il pomeriggio ci facevano fare cose per noi sconosciute, come il budino e soprattutto il tè; poi i giochi come la tombola, la dama, il tiro a segno, gli scacchi. Il pastore Mò Venturi ci ha fatto fare addirittura un corso per come si dovevano comportare le donne, magari era la mentalità di allora perché oggi con il femminismo non è più così... che era la donna che doveva saper prevedere, prevenire, amare, che l'andamento della famiglia dipendeva soprattutto da noi. Un'altra delle cose importanti sono state le gite. Noi non le avevamo mai fatte. Da piccole giocavamo a "bottoni", poi da più grandi andavamo a ballare presso le famiglie o ci riunivamo la sera.
    Invece con i pastori abbiamo avuto modo di andare fuori. Per me sono state le più belle giornate della gioventù perché a noi ci sembrava di lasciare tutto giù al paese, forse perché non ci eravamo mai allontanati dalla vita di tutti i giorni, ci sembrava un altro mondo.
    Per fare una gita a Tivoli ho preso il treno nel 1939 per la prima volta: vedere le cascate, la villa d'Este... il pastore Cacciapuoti amava vederci divertire tutti insieme. Durante una di queste gite ho conosciuto quello che è il mio attuale marito.

    - Ma allora i protestanti di buono hanno portato solo cose materiali?
    - Eh no, per esempio noi abbiamo conosciuto di avere più contatti con le persone. Abbiamo imparato a vedere sempre più la parte del buono anziché quella del cattivo nel prossimo. Abbiamo imparato ad amare di più ascoltando i culti, facendo le riunioni, perché questo era proprio il succo di quello che ci hanno predicato loro: l'amore. Abbiamo imparato a non essere più diffidenti perché nel nostro ambiente era così: dubbiosi, prevenuti.
    Però noi protestanti abbiamo avuto tanti problemi in più del normale. Per esempio noi ragazze dovevamo sperare di innamorarci di un ragazzo della nostra stessa religione perché ci sarebbe dispiaciuto dover lasciare tutte quelle belle cose per sposarci.

    - Ma perché? Era sempre la donna a dover cambiare religione?
    - No, cambiava il più debole in genere, cioè chi era meno fervente... però certo, come base pare che era sempre più la donna a dover seguire.
    Poi i cattolici ci dicevano: "Tanto questa vostra è una cosa che prima o poi finisce" E noi rispondevamo che solo chi non aveva capito poteva tornare indietro. Ed anzi oggi io penso che chi è tornato al cattolicesimo non gli è rimasto tutto cancellato perché ha avuto troppo da questa cosa con gli evangelici.

    Vittorina Valente anche se in modo ingenuo, o forse proprio per questo, ci conferma che il risveglio suscitato dagli evangelici nelle anime di questa povera gente deve essere stato veramente notevole.

    ANGELO SANTE CONTI (68 anni – contadino - vive a Villa - protestante)

    - Come mai si pensò di chiamare i protestanti dopo l'allontanamento di Padre Bernardino?
    - I villesi sapevano già qualcosa del protestantesimo anche perché conoscevano l'esperienza di S.Benedetto dei Marsi dove c'era Bisesti, vecchio Pastore battista. Ma la lettera d'invito la mandarono a Roma, dove certi villesi avevano conoscenti di confessione metodista.
    Dapprima si fece un accertamento intorno alla consistenza e alla serietà della richiesta, in seguito si mandarono a Villa i primi predicatori: pastori e studenti in teologia. Cominciata la predicazione cominciò anche la lotta da parte cattolica. Una lotta così spietata, così dura che non si poteva più uscire di casa, andare in piazza dove i giovanotti solevano riunirsi. Comunque si discuteva moltissimo: la sera spesso andavamo alle riunioni che faceva il Pastore Seta, porgevamo delle domande e ci approfondivamo su argomenti che poi usavamo con gli altri per difendere le nostre posizioni.

    - Qualcuno però, come Temistocle Valente e Gervaso Valente, ha affermato il contrario e cioè che erano i cattolici a dover stare attenti anche ad andare in chiesa.
    - E' completamente falso. Chi voleva andava in chiesa e nessuno gli diceva niente...e poi sarebbe stato ridicolo: basti pensare che diverse persone che avevano firmato la lettera per far venire i protestanti dopo pochi giorni erano già tornate indietro, senza convinzione, senza aver appreso né capito nulla. Che motivo potevamo avere noi a trattenerli, a prenderli d'occhio o più semplicemente ad interessarci a loro?

    - Va bene, andiamo avanti.
    - La lotta vera e propria cominciò allorché presero il via le pratiche per la costruzione del nostro tempio: i gesuiti, le satire, le denunce...ma quello che più era evidente era il clima di provocazione. Per esempio quella famosa processione: è stata una cosa del tutto preparata in precedenza, prima di uscire dalla chiesa; tanto è vero che prima di aggredire i tre protestanti si è sentita una voce che diceva: "questo è il momento buono". Tanto è vero che tutti i cattolici immediatamente dopo hanno invaso e saccheggiato le case di alcuni protestanti come Pietro Celestino e Serafino Valente. Pietro Celestino al processo si prese una bella soddisfazione allorché difendendosi riconobbe uno dei due avvocati di parte cattolica, un certo Cupidosi: questo, in tempo di guerra, si era dato pazzo per non essere arruolato e Pietrino lo smascherò davanti a tutti.

    - Torniamo al Tempio
    - I primi culti, come sai, li facevamo all'aperto o in qualche magazzino; quando la costruzione del tempio fu ultimata cominciammo a riunirci nel salone sottostante, ma era umidissimo. Infatti mi ricordo che spesso Pavone rimaneva lì durante la notte a mantenere acceso il fuoco.

    - E dopo Dante Seta?
    - Venne Scivales, un ex squadrista che si era convertito al protestantesimo dopo aver ascoltato un culto in una nostra chiesa di Roma, a via della Scrofa, ma durò poco. Poi venne Zardi. Era un fannullone. Per di più faceva delle cose che alla comunità sembravano in contrasto con ciò che era stato insegnato precedentemente, tanto che più volte scrivemmo a Roma, allo stesso Seta per protestare. Zardi era stato uno studente di teologia del tutto mediocre; poi aveva una madre cattolica bigotta cui era completamente sottoposto. Fu lei a fargli abbandonare Villa e a trovargli un alloggio ad Avezzano, durante il suo pastorato, in modo che stesse più vicino al Vescovo. E insomma un brutto giorno venne qui a Villa col Vescovo e fece l'abiura ufficiale davanti all'altare maggiore con la chiesa gremita di gente. Poi venne Cacciapuoti che era veramente una persona a posto, un bravo pastore: quello che diceva lo sentiva. Ma proprio perché era così zelante incominciarono a prenderlo di mira, a bersagliarlo per poter fiaccare la Chiesa evangelica. Mentre lui era Pastore si avvicinò la guerra; c'era la proibizione di ascoltare la radio, la televisione non c'era. E lui fu accusato di ascoltare la Radio Inglese, cosa che a quei tempi era considerata un delitto.
    In quel tempo era segretario politico Ulisse Bonifaci e vice segretario Gervaso Valente. Furono queste due persone ad accusarlo. Ma Cacciapuoti non aveva la radio, non aveva niente quel pover'uomo. Aveva solo quattro figli e, scoppiata la guerra, rimase senza niente, senza stipendio, perché furono bloccati i fondi. Disse a sua moglie: "Coraggio Maria ché il peggio deve ancora venire..." Infatti in seguito a queste denunce un certo giorno vennero, lo prelevarono e fu mandato a Trecate in Piemonte, al confino.

    - I gesuiti.
    - Una volta due di essi organizzarono un contraddittorio: uno faceva da ignorantello protestante, l'altro da teologo cattolico: "Che cosa stai leggendo?" "La Bibbia" "Ah, la fibbia! Il Pastore legge la fibbia!" Tutto sottinteso malignamente: leggere la fibbia per dire leggere le femmine, perché il pastore ha la moglie...e altre porcherie di questo genere.

    - L'apertura del Tempio
    - Già ti ho detto che il salone dove facevamo il culto era umidissimo; per di più molto spesso quando il fiume straripava si allagava tutto. Ma il permesso per fare il culto di sopra, nella chiesa vera e propria, ci veniva continuamente negato. Poi quando arrivarono i tedeschi, siccome loro avevano bisogno del salone per usarlo come magazzino, ci dissero: "Il permesso ve lo diamo noi".

    - Parliamo di qualche personaggio; per esempio Filippo Conti
    - Era lui l'artefice di tutto: faceva rapporto all'Autorità, al Comune, al Vescovo...

    - Quirino Berardi
    - La sua versione del Padre Nostro era questa: "...sia fatta la tua volontà, venga il tuo regno ...che in Russia è già venuto".

    - Il rapporto fra religione e politica.
    - Eravamo accusati di essere contrari alle istituzioni fasciste, ma non era vero: fra noi c'erano dei fascisti, anzi addirittura degli ex-squadristi. Eppure loro dicevano che la nostra era una religione inglese e così...

    - Oggi le due chiese non sono molto frequentate.
    - La mia generazione ha sentito molto fortemente l'esperienza religiosa di quegli anni. E' evidente che per le altre generazioni non sia stato così.

    - Che significa essere protestante?
    - Significa avere fede in Gesù Cristo. Basta questa fede per essere salvati: le opere non servono perché chiunque può fare opere, anche Satana. Il vero cristiano attraverso la fede e solo attraverso questa viene salvato per grazia.

    - Se le opere non contano allora siamo liberi di fare qualsiasi cosa.
    - Ma le opere sono una conseguenza della fede, cioè derivano dalla grazia ricevuta...pensarla diversamente significa fare davanti a Gesù la stessa figura che fece quel fariseo che pretendeva di essere salvato perché aveva sempre pagato la decima e le tasse alla Chiesa.

    - Attualmente c'è ancora contrasto fra i due gruppi a Villa?
    - Apparentemente no, ma sotto sotto c'è ancora; inoltre continuiamo a pensarla in modo completamente diverso: loro continuano a fare delle cose che lo stesso Concilio ha ormai dichiarato prive di senso: processioni, pellegrinaggi ecc.

    Ciò che maggiormente colpisce, confrontando la precedente cronaca documentata degli avvenimenti con queste testimonianze orali, è la disarmante ingenuità del popolo villese. Anzi si può arrivare a dire che, per lo meno all'inizio, siano stati proprio i cattolici ad essere attori involontari di certe macchinazioni. I protestanti infatti difendevano le loro idee, se non altro, confortati dal dialogo continuo con i loro pastori. Mentre i cattolici, anche se non tutti, erano vittime inconsapevoli di una strategia elaborata a ben altri livelli che non a quello dell'ortodossia cristiana.
    Per esempio quando il Pretore si accorge che Temistocle aveva frainteso il termine "feto" si guarda bene dal chiamarlo a testimoniare durante lo svolgimento del processo. Per esempio nessun villese, ancora oggi, immagina i fiumi di inchiostro versati dal Vescovo, da padre Genovesi e altri per ottenere la non autorizzazione ad aprire il tempio evangelico. E ancora nessun villese sapeva, finché non glie lo ho detto io, che "l'invito" a togliere la terra a chi aderiva al protestantesimo era stato fatto, per iscritto, dallo stesso Vescovo. E via dicendo. Altri particolari non sembrano avere bisogno di commenti.


  • L’IMMONDEZZAIO
  • Presso ogni casa trovi il letamaio
    dove gittar si suol la spazzatura
    i rifiuti vo' dire e ogni bruttura
    che insudicia la stanza o il focolaio

    Ha Santa Chiesa pur l'immondezzaio
    ed è la protestantica impostura
    dove si versa tutta la lordura
    che offuscherebbe il suo nitore gaio

    Ogni genìa più triste là s'accoglie:
    stanchi del chiostro, frati scappucciati
    e preti spasimanti per la moglie

    Mariti dalle spose incoronati
    le femmine che nutron male voglie
    i giovanotti discoli e sfacciati

    rotti a tutti i peccati
    gli assassini i furfanti e i settari
    i possessori degli altrui denari

    e

    le ragazze sceme
    senza pudor che cercano marito
    e il loro sogno vedono svanito

    e le lingue blasfeme
    e i bevoni, e quei che per campare
    vivono a sbafo senza lavorare

    e tutti i sovversivi
    contro l'Italia e contro Dio cattivi

    rinnegatori della patria terra
    d'America al servizio o d'Inghilterra

    Insomma in questo fiume
    che vien protestantesimo nomato
    s'accoglie ogni peccato
    e scola della Chiesa il putridume.

  • NOTE
  • 4) P. CAVALLI.........."Civiltà Cattolica" 3/4/1948
    5) BAGNOLI PIO.........."Relazione completa fino a questi ultimi giorni circa la grave questione della venuta e dimora del Ministro Protestante in Villa S.S." (Inviata da Avezzano alla Segreteria di Stato di Sua Santità) 24/3/1933 C.A.
    6) MASTROIANNI BERNARDINO.........."Diario di un prete della montagna" (pubblicato in proprio) 1972
    7) INTERVISTA A P.BERNARDINO..........Roma. Settembre 1976
    8) ALBA ROSA LEONE..........Tesi di laurea. "La Comunità Metodista di Villa S.S." Firenze 1970.
    9) ANONIMO .........."Bravate metodiste in Abruzzo" da "Osservatore Romano" 11/12/1931
    10) Il Procuratore Generale del Re al Regio Ufficio di Culto presso la Procura del Re della Corte di Aquila. Roma 31/3/1932. C.A.
    11) Mons. Pio Bagnoli a Sua Ecc. Ill. il Signor Prefetto di Aquila. Avezzano 10/2/1932. C.A.
    12) Apostolato della Preghiera. Direzione Generale per l'Italia a Mons. Bagnoli. Roma 22/8/1933. C.A.
    13) Lettera di Dante Seta ad un destinatario sconosciuto. A.V.
    14) Mons. Pio Bagnoli ad un Cardinale. Avezzano 26/12/1931 C.A.
    15) Un gruppo di cattolici villesi al Sig. Tenente dei Carabinieri. Villa S.S. 10/1/1932. C.A.
    16) Vedi copia della sentenza emessa dal Pretore di Tagliacozzo nella causa del 9/4/1934. P.T.
    17) Vedi copia della sentenza emessa dalla Pretura di Tagliacozzo il 2/3/1934. P.T.
    18) Giovanni Bellarini. A Sua Ecc. Rev. Mons. Pio Bagnoli. Villa S.S. 3/7/1934. C.A.

  • BIBLIOGRAFIA
  • PROCACCI GIULIANO Cont. in AA.VV."Storia del mondo moderno". La Riforma. 1528/1559. Garzanti.

    SPINI GIORGIO "Minoranze protestanti in Italia" Contenuto in "Il Ponte" 1950. Fasc. VI.

    MIEGGE MARIO "Il problema del Mezzogiorno in Italia" contenuto in AA.VV. "Storia dell'evangelizzazione in Italia" 1955.

    AYASSOT E. "I protestanti in Italia". Milano 1962.

    LANTERNARI V. "Movimenti religiosi di libertà e salvezza nei popoli oppressi". Feltrinelli 1975.

    PEIROT G. "L'intolleranza religiosa in Italia nell'ultimo quinquennio".
    Cont. nella rivista "Protestantesimo". 1953.

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